BUONA LA PRIMA – I nuovi sguardi del cinema
Come sempre attente alla qualità, Circuito Cinema e Lucky Red scommettono sugli autori del futuro. Arrivano quest’estate, distribuiti da Circuito Cinema in collaborazione con Lucky Red, cinque titoli di registi agli esordi, alla prima o seconda prova dietro la macchina da presa, impegnati nell’esplorazione di nuovi linguaggi e nuovi sguardi. Non una semplice rassegna: cinque uscite in tenitura, “buone” proposte del nuovo cinema contemporaneo, già accolte con successo nei principali festival internazionali.
Tra le opere prime Reality di Tina Satter presentato nella sezione Panorama del Festival di Berlino con protagonista, oltre che produttrice, Sidney Sweeney (Euphoria), una delle attrici più promettenti di Hollywood; Scrapper di Charlotte Regan, presentato in concorso al Sundance Film Festival dove ha vinto il World Cinema Grand Jury Prize e al 53° Giffoni Film Festival nella sezione Elements +10.
Tra le attese seconde prove Opponent del regista Milad Alami, svedese di origine iraniana, con protagonista Payman Maadi (Una separazione), presentato nella sezione Panorama del Festival di Berlino e candidato ai Premi Oscar 2024 per la Svezia come Miglior Film Straniero; And Then we Danced di Levan Akin, presentato e accolto con grande favore alle Quinzaine della 72a edizione del Festival di Cannes e premiato con 5 Guldbagge Awards, il premio cinematografico ufficiale e più importante rilasciato in Svezia; ad aprire la rassegna Gli Indesiderabili di Ladj Ly, che torna dietro la macchina da presa dopo il successo de I Miserabili, vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes nel 2019.
La rassegna coinvolgerà le sale di Roma con i cinema Quattro Fontane, Giulio Cesare ed Eurcine; Torino con il cinema Nazionale; Milano con il cinema Anteo; Firenze con il cinema Flora; e Bologna a partire dal 18 luglio con il cinema Roma
PROMOZIONI
- Abbonamento BUONA LA PRIMA: 5 ingressi 15€
- Tutti gli abbonati C+C e gli under 27 potranno accedere gratuitamente alle proiezioni. La promozione è valida in cassa: mostra il tuo abbonamento o il documento d’identità in cassa e ritira il tuo biglietto.
- La rassegna fa parte dell’iniziativa Cinema Revolution del Ministero della Cultura, che dal 14 giugno sostiene i titoli italiani ed europei con un biglietto speciale a 3,50€.
EVENTO DI INAUGURAZIONE DELLA RASSEGNA GIOVEDÌ 11 LUGLIO ORE 21.00
LADJ LY, IN DIALOGO CON IL CRITICO FABIO FERZETTI, PRESENTA GLI INDESIDERABILI IN COLLEGAMENTO
Al termine della proiezione al cinema 4 Fontane si terrà un dibattito con i ragazzi di ArteSettima e Cortomiraggi.
Promozione: Sconti al bar del cinema Quattro Fontane! Birra e spritz a 3,50€. Per l’occasione il bar rimarrà aperto fino a mezzanotte.
GLI APPUNTAMENTI
Dall’ 11 luglio
Regia: Ladj Ly – Con: Alexis Manenti, Anta Diaw, Jeanne Balibar
Genere: Drammatico – Nazionalità: Francia – Durata: 106′
Dopo il successo de I Miserabili (Premio della Giuria al Festival di Cannes e candidato all’Oscar come miglior film internazionale), il regista francese Ladj Ly torna in sala con il suo secondo lungometraggio, portando ancora una volta sul grande schermo la comunità periferica parigina. Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival del 2023, Gli Indesiderabili è legato a doppio filo, per ambientazione, toni e tematiche sociali affrontate, all’opera d’esordio. Haby, una giovane donna molto impegnata nella vita della comunità, scopre che è stato varato un progetto di riqualificazione del suo quartiere. Il progetto, guidato a porte chiuse da Pierre Forges, un giovane medico messo a fare il sindaco, prevede la demolizione dell’isolato dov’è cresciuta Haby. Insieme agli altri abitanti dell’edificio 5, la donna avvia una feroce battaglia per evitarne la distruzione. Se ne I miserabili Ladj Ly metteva in scena il rapporto/scontro tra la periferia e la polizia, con Gli indesiderabili continua il discorso politico sul difficile rapporto delle comunità periferiche con le istituzioni, esplorando stavolta il tema dell’edilizia abitativa sociale, portando l’attenzione sugli sfratti imposti ai residenti dei quartieri popolari, vittime delle riqualificazioni urbane. La regia, impetuosa ed ammaliante, esplode in un affresco esistenziale e costringe lo spettatore ad aprire gli occhi dove forse vorrebbe chiuderli. Poesia pura e cinema di rara bellezza.
Dal 18 luglio
Regia: Charlotte Regan – Con: Harris Dickinson, Lola Campbell, Alin Uzun
Genere: Commedia – Nazionalità: Regno Unito – Durata: 84′
Vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival e dell’European Young Audience Award agli European Film Awards 2023. Scrapper è il dirompente debutto della regista inglese Charlotte Regan, che dirige una commedia in cui il realismo sociale di un contesto degradato diventa magico e si tinge di colori pastello. Dopo la morte della madre, Georgie, una dodicenne sognatrice, vive da sola nel suo appartamento nella periferia di Londra, riempiendolo di magia. Improvvisamente, il padre (Harris Dickinson di Triangle of Sadness) riappare dal nulla, ma Georgie è determinata a mantenere la sua indipendenza e rifiuta i maldestri tentativi che il padre compie per prendersi cura di lei. Nel chiaroscuro di questo dramma, Charlotte Regan cambia il punto di vista sul tema e, tra la tipica ironia inglese e le atmosfere del cinema sociale, dipinge un affresco di contagiosa umanità. Sogni e distonie, di una contemporaneità stratificata e piena di sfumature, prendono vita sullo schermo attraverso i colori, la musica, i suoni, e come un fiume in piena, travolgono lo spettatore in questa esperienza viscerale, così come i protagonisti che racconta. Un’opera profonda, riconciliante ed appassionata che ricorda Paper Moon e Aftersun. Impossibile non cedere al fascino di questo racconto.
Dal 25 luglio
Regia: Milad Alami – Con: Payman Maadi, Arvin Kananian, Ardalan Esmaili
Genere: Drammatico – Nazionalità: Svezia – Durata: 119′
Presentato nella sezione Panorama al Festival di Berlino e candidato ai Premi Oscar 2024 per la Svezia come Miglior Film Straniero. Diretto da Milad Alami, ha come protagonista Payman Maadi (Orso d’argento a Berlino per Una separazione di Asghar Farhadi), nei panni di un rifugiato con un passato da lottatore. Dopo essere fuggito dall’Iran, Iman si stabilisce in Svezia con la sua famiglia. Per aumentare le possibilità di ottenere il permesso di soggiorno per sé e per i suoi cari rompe la promessa fatta alla moglie e riprende la carriera di lottatore. Quando alcune voci cominciano a circolare, la paura e la disperazione di Iman prendono piede costringendolo a confrontarsi con il motivo per cui è dovuto fuggire. Dopo The Charmer, il regista torna a raccontare la persecuzione politica nell’Iran di oggi, dei problemi che i richiedenti asilo devono affrontare per integrarsi in una nuova terra, e di quanto si è disposti a cambiare per rimanere legati a ciò che si ama davvero. Lo fa con un film dalle venature e dall’estetica noir in cui il corpo e la fisicità sono centrali. Opponent ci porta nel mondo del wrestling, una disciplina con molti stereotipi maschili che il regista prova ad abbattere allargando gli orizzonti drammaturgici del racconto con argomentazioni più ampie e profonde. Il risultato è un’opera perturbante e coinvolgente dal grande valore politico, civile e identitario.
Dal 1° agosto
Regia: Tina Satter – Con: Sydney Sweeney, Marchánt Davis, Josh Hamilton
Genere: Drammatico – Nazionalità: Stati Uniti – Durata: 82′
Presentato in anteprima al Festival di Berlino 2023 nella sezione Panorama. Sydney Sweeney – star delle serie Euphoria e The White Lotus – è la protagonista di Reality, basato sulla storia vera dell’ex specialista dell’Intelligence Reality Winner. Sabato pomeriggio, 3 giugno 2017. L’FBI si presenta a casa della venticinquenne Reality Winner per interrogarla. Inizia una conversazione criptica che in poco tempo sconvolgerà la sua vita. I dialoghi, in cui si alternano momenti di tensione, piccole banalità e un umorismo cupo in un clima talvolta surreale, riportano fedelmente la trascrizione dell’interrogatorio e ricostruiscono l’interazione tra la giovane donna e gli agenti del Governo degli Stati Uniti. Man mano che vengono rivelati i dettagli della vita di Reality e arrivano altri uomini armati, emerge il ritratto complesso di una millennial americana, insegnante di yoga e veterana sotto assedio. Tina Satter, col suo brutale minimalismo e con una straordinaria Sydney Sweeney dallo sguardo ambiguo e penetrante, compone un bruciante atto d’accusa, che si muove tra i temi del potere e della responsabilità morale. Tra finzione e realtà, l’opera prima della regista americana, squarcia la quarta parete e, come i tagli di Fontana, riesce ad andare oltre. Reality è l’agghiacciante resoconto di una donna che perde la propria libertà nel corso di un’ora, un thriller teso e sostenuto, che va dritto al sodo e molla la presa solo ad opera compiuta.
Dall’ 8 agosto
Regia: Levan Akin – Con: Levan Gelbakhiani, Bachi Valishvili, Ana Javakishvili
Genere: Drammatico – Nazionalità: Svezia – Durata: 113′
Candidato Queer Palm al Festival di Cannes e vincitore in patria dei più importanti premi cinematografici. “Nella danza georgiana si performa la mascolinità, non c’è spazio per la sessualità”. Dentro le rigidità sociali e culturali della Georgia e di un’accademia di danza, Levan Akin innesta un magnifico melodramma, che parla di sentimenti muti, di corpi che si intrecciano, e della musica che li muove. Merab è un giovane ballerino che si allena senza sosta insieme a Mary per imporsi nella prestigiosa scuola del National Georgian Ensemble. Il suo mondo viene stravolto con l’arrivo di Irakli, ribelle e spensierato. Tra i due nasce una rivalità professionale ma anche una passione che porta Merab a fare i conti con la propria identità, rischiando di mettere in discussione il suo futuro. La regia di Akin gioca con la soggettiva per allinearsi alla visione di Merab, ingenua e disorientata, e così, lo segue nel suo percorso di crescita. Tra le emozioni interrotte e i sorrisi nascosti si rivelano i suoi nuovi sentimenti, che lo condurranno a una difficile accettazione di sé, e al crollo di quei principi fino ad allora mai messi in discussione. Un’opera sinuosa e cristallina, che trova nel non detto e nel non visto la sua totale libertà.