Il Castello Di Vetro: una famiglia sopra le righe alla ricerca della felicità

Dicembre 7, 2018 1:09 pm

Il castello di vetro è basato sull’autobiografia della giornalista americana Jeannette Walls, The Glass Castle – il castello di vetro è il racconto dell’infanzia nomade e travagliata dell’autrice. Seconda di quattro fratelli, Jeannette (Brie Larson) cresce con una madre immatura (Naomi Watts), più attenta agli scorci da dipingere che alle necessità dei figli, e un padre affettuoso che si getta però in progetti sconclusionati e si rifugia nell’alcol. L’immaginario castello di vetro, che promette un giorno di costruire per le bambine, diventa simbolo dei fallimenti e delle promesse infrante, ma anche dei guizzi della follia e dell’immaginazione.

Il castello di vetro: Il libro che ha stregato milioni di lettori è ora un grande film

Nessun bambino dovrebbe affrontare ciò che la mamma e il papà di Jeannette hanno fatto passare ai loro figli. Ma tutti i bambini dovrebbero avere una famiglia come quella. È il paradosso del vero amore. Anche se è imperfetto, ti salva. Seconda di quattro figli, Jeannette è cresciuta in una famiglia che oggi si chiamerebbe disfunzionale. Il padre, Rex, poliedrico, bizzarro e di grande intelligenza, non riesce a tenersi né lavoro né soldi per via dell’alcol. Perde al gioco e costringe tutti a una vita da nomadi per fuggire dai creditori. La madre, Rose Mary, artista e insegnante, è insofferente a qualsiasi responsabilità e sostiene che i bambini debbano cavarsela da soli, che si tratti di procurarsi il cibo, il necessario per scaldarsi o rammendarsi i vestiti per non andare in giro con i buchi.

 

La quotidianità dei fratelli Walls è un bizzarro melange di meraviglia, funambolismo e tragedia: Rex si occupa dell’istruzione dei figli, insegnando loro geologia, astronomia e letteratura, con lezioni sotto le stelle, ma i fratelli devono imparare presto a proteggersi a vicenda e a tenere a bada l’incoscienza dei genitori. Eppure, nonostante Jeannette sin da giovanissima sapesse che solo volando via da quel nido poteva salvarsi, non ha mai smesso di pensare con affetto alla propria infanzia, ed è riconoscente nei confronti dei suoi imperfetti genitori perché le hanno fatto un dono prezioso: un amore incondizionato e la libertà.

Il castello di vetro è tratto dall’omonimo libro della Walls stessa, diventata giornalista ed autrice di successo. Il romanzo ha vinto diversi premi ed è da anni nelle classifiche dei più venduti e tradotti.

La trasposizione in pellicola ha sicuramente tra i suoi punti di forza gli attori, tutti carichi da dieci.

Woody Harrelson riesce a dar forma a tutte le contraddizioni di Rex, un uomo che ama profondamente i figli ma non sa calarsi nei panni del padre convenzionale. L’istrionico attore, indiscussa icona tanto di cinema blockbuster quanto di cinema indipendente, dona al personaggio il giusto equilibrio, regalando credibilità ad un inguaribile sognatore che passa dalla violenza verbale, di quando è ubriaco, alla dolcezza con cui promette ai figli di costruire loro il tanto inseguito castello di vetro.

Naomi Watts, dal canto suo, si cala bene nei panni della donna con la testa tra le nuvole che vive solo dei suoi pennelli e delle sue tele. L’atteggiamento scanzonato verso il mondo, ma allo stesso tempo profondamente ancorato ai valori della famiglia del personaggio, si percepisce in ogni suo movimento.

Anche la protagonista, la brava e pluripremiata Brie Larson, sa dare tridimensionalità ad una ragazza che combatte con la propria infanzia – salvo, una volta adulta, cercare di farci pace. Solo dopo anni capirà, infatti, che la sua ricerca della felicità attraverso il successo (e una casa elegantissima ma spoglia, l’esatto contrario del caos in cui è cresciuta) non sarà mai compiuta fino a quando non comprenderà il valore della sua fanciullezza, così sregolata quanto, però, traboccante amore.

 

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