La giornalista e attivista Masih Alinejad è la voce di milioni di donne iraniane che si ribellano contro l’hijab. Guidando dall’esilio uno dei più grandi atti di disobbedienza civile nell’Iran di oggi, Masih usa la sua libertà per impedire che il silenzio soffochi la protesta nel suo paese. Ma il coraggio, ovviamente, ha un prezzo: Masih e i suoi familiari devono fare i conti con le minacce di un regime oppressivo e violento…
Essere la voce di qualcuno che alla propria voce ha dovuto rinunciare. Essere il punto di connessione tra chi non può parlare e chi, invece, è libero di ascoltare. Questa è l’urgenza narrativa di Be My Voice, il nuovo potentissimo documentario della regista Nahid Persson (Prostitution Behind the Veil) che racconta una donna, un popolo, una scelta. È la storia di Masih Alinejad, giornalista e attivista, diventata appunto la voce delle donne iraniane. Una guerriera in esilio, lontana dalla sua terra ma non dall’anima della sua terra, che lotta da anni contro ogni limitazione dei diritti civili. Masih rischia la vita, anche nell’apparente safe zone degli Stati Uniti, e nemmeno una quotidianità così dolorosa e precaria basta a zittirla (6 milioni di persone la seguono su Instagram). Be My Voice, raccogliendo testimonianze e video inediti, ci fa impattare ad altissima velocità su un fronte di battaglia che conosciamo ancora troppo poco. E che ci riguarda tutti.