Benché Ray non avesse pensato di dare un seguito a Il lamento sul sentiero, il successo di questo primo film lo convinse a adattare il capitolo successivo nella storia di Apu, apportando cambiamenti sostanziali al romanzo da cui era tratto. Nel 1920 Apu e sua madre si ricongiungono a Benares (una delle sette città sacre) con il padre, il quale officia riti funebri sul Gange. Ma la tragedia li colpisce e il padre muore. Qualche anno dopo Apu, ormai adolescente, vince una borsa di studio e va a studiare a Calcutta. È il momento cruciale del film, la separazione tra la madre ormai sola e il figlio ambizioso. La vita nella grande città cambia, nel bene e nel male, Apu. Aparajito si differenzia da Il lamento nel linguaggio visivo decisamente drammatico – le riprese dei gradini sacri sul Gange e gli uomini che si immergono nelle acque sono inquietanti. Nulla è statico, personaggi e luoghi sono ripresi in un continuo fluire. Il tema principale è il senso di cambiamento e scoperta della vita, attuale oggi come 65 anni fa. Il film, che vinse il Leone d’oro al festival di Venezia, ha una vita propria, indipendente da Il lamento del sentiero.