John Sullivan fa il regista di commedie a Hollywood. E’ ricco, popolare, ma non è soddisfatto. Vorrebbe realizzare un film sulla miseria e dunque, non sapendone nulla, si finge vagabondo tra i dimenticati d’America. Un’aspirante attrice e uno scambio di persona mandano all’aria la sua trovata. L’Odissea e Furore incontrano la screwball comedy. Un manifesto sulla risata, sul cinema come mezzo collettivo di sospensione dalla realtà, eppure sempre in grado di restituircene una immagine riflessa, distorta, trasognata: “non sarà molto, ma è meglio di niente in questa carovana strampalata”.