Un ritratto poetico della vita quotidiana in un villaggio bengalese. Il protagonista è il piccolo Apu: il costante senso della scoperta delle cose da una parte, la relazione con le donne della sua vita dall’altra. Sua madre che, preoccupata, si sforza di tenere la famiglia unita mentre il marito è via per lavoro; la sorella maggiore, una donna indipendente; una vecchia zia, maliziosa e amorevole. Personaggi vividi e sfaccettati. È una famiglia povera, il cibo è scarso, ma Ray con sottigliezza coglie l’economia, la gerarchia e i pregiudizi meschini di una comunità ai margini di campi e foreste: col passare degli anni la crescente consapevolezza in Apu che esiste un mondo grande oltre il villaggio. Il regista concepì la sceneggiatura come scandita dalle stagioni e dal cambiamento della luce e il lavoro del direttore della fotografia Subrata Mitra è prodigioso. Al festival di Cannes, Il lamento sul sentiero vinse un riconoscimento come migliore documento umano. Un’esperienza cinematografica assoluta.