Calcutta, anni ’50. Una commedia commovente – in parte ricorda Ozu, in parte Hepburn/Tracy – con protagonista Arati, una donna della piccolissima borghesia che si occupa del marito, del figlio, della cognata, dei suoceri, uno sopra l’altro in un minuscolo appartamento. I soldi sono pochi e dunque Arati trova un lavoro. Ma questo provoca il risentimento del marito e il mutismo del suocero. Grazie al lavoro (vende macchine per cucire), la donna rifiorisce e fa amicizia con una signora anglo-indiana, che fuma, parla liberamente e porta il rossetto. Scandalo! «Una storia in cui è facile identificarsi e che mostra una prospettiva femminile su temi quali il matrimonio, la fatica domestica, le ingiustizie nel lavoro. Una dose quotidiana di amore, coraggio, buonumore, determinazione e perdono è necessaria perché la vita vada avanti» (British Film Institute).