In un capannone industriale, 11 persone vengono contrattate per fare il proprio lavoro davanti a un pubblico che non vedono. Sono un muratore, un macellaio, una sarta, un cameriere, un meccanico, un informatico, una donna delle pulizie… Opera d’arte, reality show, macabro esperimento?
Un gruppo di lavoratori dalle diverse competenze – un muratore, un macellaio, un magazziniere, una telefonista, un informatico, un meccanico – viene convocato e selezionato da una misteriosa azienda per partecipare a un esperimento di natura sociologica: un reality tv girato all’interno di un capannone, nel quale ciascuno di loro dovrà semplicemente svolgere il proprio lavoro. Il tutto di fronte a un pubblico di spettatori che potrà intervenire commentando, fischiando e applaudendo i «preferiti». Il progetto, partito sull’onda dell’entusiasmo dei partecipanti, presto comincia a mostrare un lato oscuro: per chi stanno lavorando davvero i «concorrenti»? Fino a che punto sono disposti a tollerare le condizioni di lavoro imposte dai «padroni»? E soprattutto: quelle condizioni di lavoro sono davvero uguali per chiunque, o c’è chi può considerarsi privilegiato?