Vincitore della Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes, di 5 EFA, del David di Donatello e candidato al premio Oscar, The Square ha sorpreso pubblico e critica con un mix irresistibile di ironia e provocazione, analisi sociale e umorismo “scorretto”, soprattutto sul mondo dell’arte contemporanea, consacrando Ruben Östlund (Forza Maggiore) come uno dei più originali cineasti di oggi. Protagonista del film è Christian, curatore di un importante museo di arte contemporanea di Stoccolma, nonché padre amorevole di due bambine. Nel museo c’è grande fermento per il debutto di un’installazione chiamata “The Square”, che invita all’altruismo e alla condivisione, ma quando gli viene rubato il cellulare per strada, Christian reagisce in modo scomposto, innescando una serie di eventi che precipitano la sua vita rispettabile nel caos più completo.
“In The Square – spiega Ostlund – ci troviamo di fronte alla debolezza della natura umana: quando proviamo a fare la cosa giusta, la parte più difficile non è essere d’accordo su dei valori comuni, ma comportarsi davvero secondo quest’ultimi. Ad esempio, come dovrei pormi verso i mendicanti se voglio promuovere una società più giusta e egualitaria dove la distanza tra ricchi e poveri scompaia? Dovrei mantenere uno stile di vita privilegiato che mi permette di dar loro qualcosa ogni giorno o dovrei cambiarlo radicalmente in modo di ristabilire un equilibrio maggiore tra me e loro? La crescita della povertà e del numero dei senzatetto nelle città occidentali ci presenta questo tipo di dilemma ogni giorno”.