Vincent Van Gogh, 22 anni dopo Basquiat, Julian Schnabel, acclamato regista di Prima che sia notte e Lo scafandro e la farfalla, torna a raccontarci la grande arte attraverso gli ultimi, tormentati anni di Vincent Van Gogh. Ad interpretare l’irrequieto pittore olandese un sorprendente Willem Dafoe, premiato alla Mostra d’arte Cinematografica di Venezia con la Coppa Volpi per il Miglior attore. Il genio “maledetto” di Vincent Van Gogh narrato attraverso gli occhi di un’artista contemporaneo, Schnabel, che può contare su un cast a dir poco stellare e sulla prestigiosa firma di Jean-Claude Carriere (Il fascino discreto della borghesia, L’insostenibile leggerezza dell’essere) per la sceneggiatura. Un film sulla creatività e sui sacrifici del genio olandese, sull’intensità febbrile della sua arte, sulla sua visione del mondo e della realtà. Dal burrascoso rapporto con Gauguin a quello viscerale con il fratello, fino al misterioso colpo di pistola che gli ha tolto la vita a soli 37 anni. Tra conflitti esterni e solitudine, un periodo frenetico e molto produttivo che ha portato alla creazione di capolavori che hanno fatto la storia dell’arte. “Questo è un film sulla pittura e un pittore e la loro relazione rispetto all’infinito” ha affermato Schnabel a Venezia. “Contiene quelli che sono i momenti che considero essenziali nella sua vita; non è una biografia, ma la mia versione della storia. Una versione che spero possa avvicinarvi maggiormente all’artista”. Un film sulla creatività e sui sacrifici del genio olandese, sull’intensità febbrile della sua arte, sulla sua visione del mondo e della realtà.