Il film documentario vuole essere testimonianza e memoria del drammatico momento storico che sta attraversando il nostro Paese e il mondo intero a seguito della pandemia dovuta al Coronavirus. Gabriele Salvatores, come tutti gli italiani, è chiuso tra le pareti domestiche. Non può muoversi quindi chiede di prendere i telefonini e utilizzarli come se fossero i suoi occhi, per permettergli di viaggiare all’interno delle case, di mondi diversi, di storie, emozioni e immagini che si aprono dinanzi alle finestre. L’idea è quella di restituire un ritratto a molte voci dell’esperienza che stiamo vivendo, attraverso il linguaggio del cinema che ci appartiene.