Nuri Bilge Ceylan, già vincitore a Cannes di 2 Grand Prix (Uzak e C’era una volta in Anatolia) e 1 Palma d’Oro (Winter Sleep) illumina piccole solitudini in esilio per raccontare le grandi contraddizioni della società turca. Samet è un giovane insegnante d’arte isolato in un villaggio dell’Anatolia che, dopo una serie di eventi, perde le speranze di fuggire dalla vita a cui sembra destinato, fino a quando non incontra un’altra giovane insegnante. La potenza raggelante e ancestrale delle immagini si sposa allo spessore filosofico e cechoviano di un racconto che inchioda l’uomo alle sue meschinità. In ideale e costante dialogo con i suoi maestri (Bresson, Tarkovskij, Antonioni), Celyan riflette su concetti fondamentali come il bene e il male, l’individualismo e il collettivismo. Cinema chirurgico, umanista, ipnotico.