Giovanni, intellettuale impegnato e profeta dell’integrazione sociale vive nel centro di Roma. Monica, ex cassiera, con l’integrazione ha a che fare tutti i giorni nella periferia dove vive. Non si sarebbero mai incontrati se i loro figli non avessero deciso di fidanzarsi. Sono le persone più diverse sulla faccia della terra, ma hanno un obiettivo in comune: la storia tra i loro figli deve finire. I due cominciano a frequentarsi e a entrare l’uno nel mondo dell’altro. Giovanni, abituato ai film nei cinema d’essai, si ritroverà a seguire sua figlia in una caotica multisala di periferia; Monica, abituata a passare le sue vacanze a Coccia di Morto, finirà nella scicchissima Capalbio. Ma all’improvviso qualcosa tra loro cambia…
torna la coppia composta da Antonio Albanese e Paola Cortellesi in Come un gatto in tangenziale, nuova commedia diretta da Riccardo Milani, racconto in chiave comica del conflitto sociale. Se in quel caso il loro matrimonio era giunto alla fine dopo quindici anni e nessuno dei due voleva tenere i perfidi figli, in questo caso i due, Monica e Giovanni, non si conoscono e vengono da un contesto sociale molto diverso, fino a che i figli si mettono insieme. Si rimprovera spesso al cinema italiano di rinchiudersi nei ricchi attici dei quartieri bene romani, in maniera spesso poco credibile, mentre in Come un gatto in tangenziale ci si avventura nelle propaggini estreme della capitale. Il protagonista è un ricercatore della politica, al lavoro in un think tank, che si riempie la bocca di periferia e disagio, spingendosi a richiedere fondi per queste realtà fino al Parlamento europeo, ma in fondo non le conosce, non è mai andato veramente a vedere come si vive là.
Giovanni lavora a stretto contatto con le istituzioni, Monica ha perso ogni speranza nelle possibilità che le istituzioni possano contribuire a cambiare in meglio la vita della gente, pensa invece che sia “tutto un magna magna”, cosa che fa innervosire non poco Giovanni.
Nel film vengono citate località dai nomi così strani, e minacciosi, da sembrare finte. Invece esiste realmente un quartiere di periferia a Roma che si chiama Bastogi e una spiaggia dall’improbabile denominazione Coccia di Morto, che confina con la pista più esterna dell’aeroporto di Fiumicino Leonardo Da Vinci.
Nel cast del film, spiccano anche le presenze di Sonia Bergamasco e Claudio Amendola. La prima indossa i panni di Luce, la snobissima (e divertente) presto ex moglie di Giovanni, che vive in Provenza dove coltiva lavanda e si ostina a parlare francese con la figlia e il marito, pur essendo “nata e cresciuta a Milano”. Il secondo è Sergio, marito di Monica, che alterna carcere e Bastogi e non riesce a tenere a freno il coltello.
Le musiche del film sono di Andrea Guerra, figlio dello sceneggiatore Tonino, collaboratore abituale di Ferzan Ozpetek, e vincitore del David di Donatello per La finestra di fronte.