Gran Premio della Giuria all’ultimo Festival di Venezia, è scritto e diretto dall’israeliano Samuel Maoz, il regista di LEBANON Leone d’Oro a Venezia nel 2009. Foxtrot è la danza di un uomo con il suo destino. È una parabola filosofica che analizza il concetto misterioso di fato attraverso la storia di un padre e di un figlio che sono fisicamente lontani ma che riusciranno comunque a cambiare l’uno il destino dell’altro. Tre atti, come in una tragedia greca, per mettere in discussione un intero mondo, le sue convinzioni, i suoi sensi di colpa atavici. Quando degli ufficiali dell’esercito si presentano alla porta di casa e annunciano la morte del figlio Jonathan, la vita di Michael e Dafna viene sconvolta. Tutto appare incredibile e forse lo è: qualcosa di terribile è accaduto nell’isolato posto di guardia in cui il ragazzo prestava servizio sotto le armi – ma cosa, come, quando e perché? Tre atti, fra squarci di rabbia e lampi di ironia surreale, in cui la verità si avvicina beffarda a passo di danza ma il destino conserva per ultimo il suo scherzo più crudele. La nostra vita è come un ballo, e in particolare come il foxtrot del titolo: passi fissi, preordinati, che riportano sempre allo stesso punto, allo stesso finale. In realtà è cambiato tutto, e Maoz ci racconta questo cambiamento con occhio e scrittura da grande autore, in grado di trattare con mano salda una delle domande che tormentano l’uomo fin dall’inizio dei tempi. Si può sfuggire al proprio destino?