Il Professore (Burt Lancaster) vive in un antico palazzo romano tra libri e collezioni d’arte. Una vita ordinata fin quando la marchesa Brumonti (Silvana Mangano), alla ricerca di un appartamento per il suo giovane amante Konrad (Helmut Berger), chiede al Professore di affittargli l’appartamento al piano superiore. La marchesa, la figlia, il compagno della figlia e il suo amante danno vita ad un singolare “gruppo di famiglia”. Suo malgrado, il Professore entra nella loro turbolenta vita, ma il suicidio di Konrad interrompe la relazione tra lui e la “famiglia”, riportandolo alla precedente vita con la cruda consapevolezza della morte che sente più vicina.
Il rifiuto dell’esterno è pressoché totale: la chiusura esistenziale del Professore, che vive in un appartamento-museo, è il rifiuto netto verso un mondo esterno diventato, forse, irriconoscibile. Questo mondo “chiuso” ruota attorno all’arte e i riferimenti a Scene di conversazione di Mario Praz, uscito poco prima del film, sono evidenti: non è un caso se gran parte delle opere riprodotte nel saggio di Praz siano presenti nel film. Il Professore grida l’impotenza dell’arte nel mondo moderno e Visconti sembra dire che tutto ciò che ha valore culturale è, ieri come oggi, indifeso.