HIS MUSICAL CAREER uscì il 7 novembre, verso la fine del periodo che Chaplin passò alla Keystone. A prima vista parrebbe un regresso, in termini di narrazione con un montaggio molto più lento (solo 33 inquadrature rispetto alle 94 e 90 di Caught in the Rain e The New Janitor, nonostante tutti e tre i film abbiano quasi la stessa durata). Ma in effetti Chaplin sta sperimentando arditamente uno stile alquanto diverso, molto più vicino a quello della maturità. Essendosi accorto che il montaggio è uno strumento a disposizione, non un obbligo, egli abbandona il taglio rapido che la Keystone aveva ereditato da Griffith e concepisce il film come una serie d’inquadrature molto più lunghe che offrono il destro per numeri comici organici.
IL MONELLO: Un secolo esatto ci divide dal capolavoro eterno con cui Chaplin, per la prima volta, fece ridere e piangere gli spettatori di tutto il mondo, mescolando farsa e poesia, melodramma e comicità slapstick, e raccontando la condizione umana e i sentimenti più profondi attraverso la storia, di dickensiana memoria, di un bambino abbandonato e di una famiglia reinventata. “Forse mai, come nel Monello, il racconto dell’infanzia è apparso tanto sincero e autentico” (Cecilia Cenciarelli).
THE NEW JANITOR – Charlot viene assunto come portiere e fa le pulizie negli uffici. Non è molto apprezzato dal proprietario finché non sventa una rapina, non senza che il poliziotto lo scambi per il ladro.