I personaggi principali sono angeli custodi – esseri benevoli e invisibili in trench – che ascoltano i pensieri dei mortali e cercano di confortarli. Uno di loro, Damiel (Bruno Ganz), desidera diventare umano dopo essersi innamorato della bellissima trapezista Marion (Solveig Dommartin). Peter Falk, interpretato da lui stesso, lo aiuta durante la sua trasformazione, introducendolo ai piccoli piaceri della vita.
Il film è narrato dal punto di vista degli angeli, che vedono il mondo in bianco e nero. Solo quando Damiel diventa umano il mondo dei colori gli si rivela. Lascia dietro di sé il suo vecchio amico Cassiel (Otto Sander), che continua ad essere accompagnato da Homer (Curt Bois), il “narratore dell’umanità”.
E Il cielo sopra Berlino è abitato da angeli. Invisibili, condividono lo spazio – ma non il tempo, né il colore – con gli umani. Sono immortali ma in fondo desiderano la nostra stessa fragilità, il nostro soffio vitale, toccare le cose e i corpi come noi li tocchiamo, baciare una donna, ferirsi e sentire finalmente il gusto del proprio sangue, amare e soffrire come noi amiamo e soffriamo.
Realizzato senza una sceneggiatura iniziale, scritto giorno per giorno, “come si scrive una poesia”, insieme allo storico collaboratore Peter Handke (Premio Nobel per la letteratura nel 2019), traendo ispirazione tanto dalle Elegie Duinesi di Rilke quanto dai quadri di Paul Klee ma anche dalle canzoni dei Cure, Il Cielo sopra Berlino è insieme una fiaba, una riflessione filosofica, un documentario su questa città dove convivono presente e passato, una storia d’amore e un film sulle persone che vorremmo essere.
Oltre a Bruno Ganz, attore-feticcio di Wenders e alla splendida Solveig Dommartin, Il Cielo sopra Berlino vede, tra gli altri, la partecipazione straordinaria di Peter Falk e quella di Nick Cave, meravigliosamente immortalato da Wenders insieme ai suoi Bad Seeds in due memorabili esecuzioni live di The Carny e From Her to Eternity. A testimonianza della straripante passione di Wenders per il rock in generale e per la new wave in particolare troviamo nella colonna sonora del film anche brani di Laurie Anderson, Tuxedomoon, Crime & The City Solution, Minimal Compact, Sprung aus den Wolken e Laurent Petitgand.
Pochi film rendono l’idea di poesia al cinema come Il Cielo sopra Berlino; impossibile dunque resistere alla tentazione di riportarlo nuovamente in sala, perché – parole di Wenders – “Non c’è niente di meglio del cinema per ispirarci e per dirci chi siamo. Non si fa esperienza da soli, ma si fa esperienza con gli altri e questo ti prepara alla vita dopo il film.”
Il Cielo sopra Berlino verrà presentato nella versione restaurata in 4K dalla Fondazione Wim Wenders e sarà preceduto da una esclusiva video-introduzione dello stesso Wenders.
L’idea è sorta contemporaneamente da diverse fonti. Anzitutto dalla lettura delle Elegie duinesi di Rainer Maria Rilke. Poi tempo addietro dai quadri di Paul Klee. Anche dall’Angelo della storia di Walter Benjamin. D’un tratto ascoltai anche un brano dei The Cure che parlava di fallen angels […]. Riflettevo anche su come in questa città convivano, si sovrappongano i mondi del presente e del passato, immagini doppie nel tempo e nello spazio, a cui venivano ad affiancarsi ricordi d’infanzia, di angeli in veste di osservatori onnipresenti e invisibili.
Wim Wenders