Un giornalista sportivo e sua moglie quasi investono un giovane autostoppista. Finiscono per invitarlo a bordo della loro barca. Tra i due uomini nasce una rivalità che vede al centro lo yacht, un coltello e soprattutto Krystyna. L’esordio al lungometraggio di Polanski è un gioiello di geometrie, dialoghi minimalisti (firmati da Skolimowski) e sottotesti. Con atmosfere che rasentano l’astrazione, Il coltello nell’acqua subì diverse interferenze da parte del ministero della cultura polacco che, invece, esigeva un impegno sociale manifesto. Polanski rigirò alcune scene ed emigrò in Francia. La pellicola è stata più volte presa a modello, da Autostop rosso sangue (Pasquale Festa Campanile, 1977) a Ore 10: calma piatta (Phillip Noyce, 1989) e Cape Fear (Martin Scorsese, 1991).