Analogici o digitali, fedeli o fedifraghi. Il Vecchio Mondo, quello di carta e libri, e il Nuovo Mondo, quello degli e-book e del digitale… Nella commedia che ha conquistato il festival di Venezia con il suo intreccio di relazioni troppo assurde per essere finte, il regista Olivier Assayas (SILS MARIA, PERSONAL SHOPPER) racconta con ironia il mondo che cambia e il modo in cui riusciamo (o non riusciamo) a stargli dietro. La sfida risponde alle nostre capacità di tenere d’occhio questa mutazione continua, capire cosa è realmente in gioco e successivamente adeguarsi o meno. La digitalizzazione del mondo e la sua risoluzione ad algoritmi rappresenta il vettore moderno che ci avvolge e confonde incessantemente. Nel film, un gruppo di intellettuali parigini – un editore, la moglie attrice, uno scrittore, l’assistente di un politico – dibatte e si confronta amabilmente e crudelmente sull’era digitale, i suoi vantaggi e i suoi disastri. Conversazioni argute, brillanti, perfide. Partendo dalla crisi del libro, e da un romanzo che l’editore Alain non vuole pubblicare, la borghesia francese dei salotti colti precipita e si condensa elegantemente con tonalità dissacranti. In concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2018.