Parte commedia, parte dramma, Il padrone di casa è un film sulla questione razziale in America molto in anticipo sui tempi. Un progetto di Norman Jewison che lo produsse e affidò la regia a Ashby (vincitore dell’Oscar per il montaggio di La calda notte dell’ispettore Tibbs). La storia è molto semplice: giovane e di famiglia ricca, Elgar compra un condominio in un quartiere fatiscente di Brooklyn. Invece di sfrattare gli affittuari neri, per ristrutturarlo e venderlo a un valore più alto, Elgar si lascia coinvolgere nelle loro storie private. Visto oggi, Il padrone di casa è un tuffo negli anni ’70: gli attori parlano direttamente alla macchina da presa, il montaggio è frammentato, gli scoppi di musica sono assordanti, il sonoro in esterni è arricchito da echi e rimbombi. Alexander Payne scrisse: «Mi sono innamorato del film nel 2003 e l’ho visto e rivisto. È davvero unico, un concentrato di gentilezza, ritmo bizzarro, humor stravagante, gran montaggio e un’umanità profonda che pervade sempre i film di Ashby».