Charlie Chaplin si affaccia agli anni Trenta con un film muto e sonoro (senza parole, ma con musica ed effetti), il suo primo grande romanzo, la storia di un amore folle e puro. Lui è il Vagabondo, lei una fioraia cieca che lo crede un milionario. Lo sfondo è la metropoli e i suoi conflitti di classe. È il film che proietta nell’eternità il genio comico e tragico di Chaplin. Il primo piano finale, ultimo sorriso che davanti ai nostri occhi si congela in disperazione, non è solo una delle scene che definiscono che cos’è il cinema: si fissa sulla tela dello schermo come una delle opere d’arte imprescindibili del Novecento, e oltre ancora.