Il capolavoro che rivoluzionò l’immagine di Greta Garbo: dopo quindici anni di mélo per lo più indigesti, approdò con nonchalance alla commedia, nei panni di una commissaria sovietica tutta d’un pezzo inviata a Parigi in missione speciale. E nella Parigi di Lubistch tutto può succedere. Ninotchka incontra un conte parigino e soccombe al piacere dello champagne, del lusso, della libertà e dell’amore nello scontro tra capitalismo e comunismo. Il secondo film scritto da Billy Wilder per Lubitsch fu a lungo guardato con sopsetto da certa critica ideologica che mal digeriva l’ironia anti-sovietica.