Beatty, Towne e Ashby conquistarono pubblico e critica con Shampoo, opera struggente e tempestiva sull’élite di Los Angeles, narcisista e ripiegata su se stessa. L’azione ha luogo alla vigilia dell’elezione di Richard Nixon nel 1968. È la campana a morte per la tolleranza, la libertà e l’edonismo. George, parrucchiere superstar, ignora quello che gli succede intorno e scorazza in moto a Beverly Hills. Cerca di farsi finanziare un nuovo salone di bellezza; trova ogni occasione per andare a letto con la sua ragazza e altre due donne: rispettivamente la moglie e l’amante del ricco industriale a cui ha chiesto un prestito. Riuscirà a mantenere il ritmo e continuare la sciarada? Le donne sospettano che le tradisca, l’industriale sospetta che sia gay! Ritagliandosi la parte dell’uomo oggetto ostinato e superficiale, Warren Beatty ironizzò sulla sua vita personale – affidando la regia a Ashby (contro la volontà di Towne) garantì magia al film e vulnerabilità al personaggio di un moderno Don Giovanni.