IL CAMERAMAN – “Buster Keaton – dopo essere stato sportivo e comparsa per amore – diventa, per amore, operatore d’attualità. Solo un acrobata può fingere una goffaggine di quel calibro; solo un poeta può fingere un simile sonno dell’intelligenza dietro cui si cela il genio della distrazione. Incredibile come un fantasma a mezzogiorno, passeggia con sobrietà attraverso storie da dormire in piedi. La sorte gli è costantemente avversa, la vita quotidiana lo inibisce. […] Solo grazie alle catastrofi riesce a fornire la sua vera misura. I disastri non preoccupano quest’uomo di un altro mondo” (Paul Gilson).
SHERLOCK JR. – Uno dei film più incredibili di Keaton, nel quale il geniale comico dall’espressione impassibile è un proiezionista aspirante detective che sogna di entrare e uscire dallo schermo cinematografico in un susseguirsi di gag surreali e irresistibili. L’uso che Keaton faceva del sogno e dei raccordi – di cui andò sempre molto fiero – fu definito rivoluzionario da Antonin Artaud e Robert Aron, che sottolineò come il surrealismo di Keaton fosse superiore a
quello di Man Ray e di Luis Buñuel, poiché Keaton era riuscito a conquistare la libertà espressiva rispettando le regole del cinema narrativo.