Il film del regista Kore’eda Hirokazu (“Little Sister” e “Ritratto di Famiglia con Tempesta”) che al Festival di Cannes 2018 ha vinto la Palma d’Oro ammaliando tutti, come ha dichiarato il regista Denis Villeneuve “un film pieno di grazia, elegante, sensibile”. La storia ruota attorno ad una famiglia asiatica. Dopo uno dei loro furti, Osamu e suo figlio si imbattono in una ragazzina in mezzo ad un freddo glaciale. Dapprima riluttante ad accoglierla, la moglie di Osamu acconsente ad occuparsi di lei dopo aver appreso le difficoltà che la aspettano. Benché la famiglia sia così povera da riuscire a malapena a sopravvivere commettendo piccoli reati, sembrano vivere felici insieme finché un incidente imprevisto porta alla luce segreti nascosti. La famiglia, per definizione, non si sceglie. Attraverso una storia di forte impatto e con colpi di scena per nulla scontati, Koreeda tiene lo spettatore con gli occhi incollati allo schermo fino alla fine di un percorso in cui prende corpo un’utopia: l’idea di una dinamica famigliare in cui i legami elettivi possano sostituire quelli di sangue. Pezzi di un puzzle minuzioso, complesso, studiato nei minimi dettagli in funzione delle sorprese finali. Si ride, ci si commuove e si rischia di finire con il cuore in frantumi. Il Maestro dei rapporti famigliari eleva il suo linguaggio con un’amara analisi delle disuguaglianze sociali e ci regala un classico vivente.