Roberto Gavaldón fu tra i registi messicani quello più eclettico: divise la sua attenzione tanto per il mondo contadino dirigendo saghe rurali quanto per i bianchi ricchi in drammi urbani, come nei tre film presenti in questa retrospettiva. Che indossino un sombrero o una fedora, i personaggi di Gavaldón, segnati da dubbi e passioni incontrollabili, si muovono in un mondo instabile per andare incontro a un destino spesso non generoso. Da un punto di vista tecnico il regista ha uno stile visivo unico, come dimostrano le numerose sequenze illuminate in controluce che echeggiano i noir diretti da Anthony Mann e Joseph Lewis. Con Vita rubata, uno dei suoi film migliori, rimaneggia un vecchio soggetto incentrato su due gemelle, una buona, l’altra cattiva. Protagonista nella doppia parte è Dolores Del Río, fresca del successo di La vergine indiana dopo anni di lavoro a Hollywood. L’attrice è notevole sia come manicure timida e occhialuta, sia come mantide mercenaria. E in questo caso l’invidia è un peccato ancora più profondo dell’avidità. Vita rubata venne rifatto nel 1964 a Hollywood con il titolo Chi giace nella mia bara?. Protagonista Bette Davis.