LA GRANDE ARTE AL CINEMA | STAGIONE 23-24
La Grande Arte al Cinema torna nelle sale italiane in autunno con una delle stagioni migliori di sempre
Debutta in autunno nei cinema italiani la nuova stagione della Grande Arte al Cinema, il progetto che Nexo Digital dedica ai grandi pittori, scultori, architetti, musei, mostre e movimenti artistici, portando su grande schermo documentari che, anno dopo anno, permettono agli spettatori di interpretare il patrimonio materiale e immateriale della nostra cultura e scoprire come, oggi più che mai, i musei e con essi il cinema possano essere luoghi di inclusione, piacere e condivisione delle conoscenze.
Il primo appuntamento della nuova stagione sarà il 2, 3 e 4 ottobre con VERMEER. THE GREATEST EXHIBITION che condurrà gli spettatori attraverso la più grande retrospettiva sul “maestro della luce” mai realizzata nella storia, con 28 delle sue 35 opere conosciute provenienti da paesi di tutto il mondo. Un evento irripetibile che il Rijksmuseum di Amsterdam ha ospitato sino allo scorso giugno, raccogliendo un repentino sold out. Diretto dal regista David Bickerstaff, il film offre al pubblico la possibilità di ammirare su grande schermo i capolavori di Vermeer (tra cui La ragazza con l’orecchino di perla, Il geografo, La lattaia e la Donna che legge una lettera davanti alla finestra, recentemente restaurata) e rivela le intuizioni del team che ha ideato la mostra, curatori di fama mondiale ed esperti di Vermeer, gettando nuova luce sulla vita misteriosa e sul lavoro magistrale del pittore, sulle sue scelte artistiche e sulle motivazioni delle sue composizioni, oltre che sul processo creativo alla base dei suoi dipinti.
Dal 23 al 25 ottobre arriverà nelle sale JEFF KOONS. UN RITRATTO PRIVATO, diretto da Pappi Corsicato, prodotto da Nexo Digital e dedicato a quello che è considerato uno degli artisti più influenti, popolari e controversi degli ultimi decenni. Durante la sua carriera, Koons ha sperimentato nuovi approcci al readymade, testato i confini tra arte avanzata e cultura di massa, sfidato i limiti della fabbricazione industriale e trasformato il rapporto degli artisti con il culto della celebrità e il mercato globale. Ora il ritratto intimo di questo personaggio così polarizzante arriva al cinema per raccontare le dinamiche nascoste dietro la persona, l’artista e il marchio Koons. Passando dall’America all’Europa e al Qatar attraverso varie decadi, il film sarà un’occasione unica per capire l’uomo che ha preso gli oggetti di uso quotidiano prodotti in serie e li ha trasformati nella più alta forma d’arte, elevando il loro status da ordinario a sublime. Attraverso le parole di Koons, della sorella, della moglie e dei figli, ma anche di critici, galleristi, artisti e studiosi, il docu-film condurrà in un viaggio intimo nella mente di Jeff Koons, con l’obiettivo di scoprire cosa lo motiva oggi e cosa ha plasmato nel corso della sua carriera la sua incomparabile visione.
Il 27, 28 e 29 novembre sarà il momento di PICASSO A PARIGI. STORIA DI UNA VITA E DI UN MUSEO, prodotto da 3D Produzioni e da Nexo Digital in collaborazione con il Musée National Picasso di Parigi. Realizzato in occasione dei 50 anni dalla morte di Pablo Picasso. Il docufilm, diretto da Simona Risi su soggetto di Didi Gnocchi e Sabina Fedeli che firma anche la sceneggiatura con Arianna Marelli, si ispira a una celebre frase dell’artista: “Dipingere non è un’operazione estetica: è una forma di magia intesa a compiere un’opera di mediazione fra questo mondo estraneo e ostile e noi”. Così, obiettivo di PICASSO A PARIGI. STORIA DI UNA VITA E DI UN MUSEO è mettere al centro del racconto proprio questa grande magia e uno dei luoghi dove meglio la si può apprezzare, il Museo Picasso di Parigi. Il documentario segue due filoni narrativi paralleli. Il principale è quello del Museo. Dentro questa trama si sviluppa il ritratto di Picasso, la sua lunghissima vita, le contraddizioni del carattere, le mogli e le compagne, il tutto raccontato in stretta connessione con Parigi. Verranno inoltre raccontati aspetti ancora poco conosciuti del pittore, che solo oggi gli storici e gli storici dell’arte iniziano a indagare, come il suo essere stato “uno straniero” a Parigi, uno sradicato, un anarchico ‘vigilato speciale’ della polizia anche quando era già diventato famoso. Non mancheranno le analisi delle opere, come Les Demoiselles d’Avignon e si scoprirà che è persino possibile gettare uno sguardo ‘queer’ sull’opera dell’artista.