IN VIAGGIO CON OZU | Dal 5 al 21 Agosto
UNDICI CAPOLAVORI RESTAURATI
Dal 5 al 21 Agosto
Vi aspettiamo dal 5 luglio al 21 agosto al cinema Quattro Fontane per riscoprire insieme sul grande schermo undici capolavori restaurati e in versione originale sottotitolata del Maestro Yasujirō Ozu.
11 classici per 11 esperienze che non hanno paragoni… Il “cinema gentile” di Ozu, come lo ha sapientemente definito Kiarostami, narra con delicatezza, ironia e uno stile puro, storie di vita familiare, rivelando una profonda comprensione delle cose umane e un’inimitabile capacità di rappresentarle con tratti essenziali. Essenziali e universali, nonostante sia ritenuto, in patria, “il più giapponese dei registi giapponesi”. Ozu Yasujiro amava dire di considerarsi un semplice venditore di tofu. Ma il semplice venditore di tofu, studente mediocre e regista geniale, perennemente in equilibrio fra tradizione e modernità, è l’uomo che ha saputo portare il cinema asiatico (e mondiale) ad altezze vertiginose…
GALLINA NEL VENTO
Gallina nel vento (1948) rispecchia il Giappone disperato del dopoguerra e si può collegare, anche sotto l’aspetto fotografico, con i film realistici di Ozu degli anni Trenta. È un film duro, che parla della prostituzione, ed è uno dei pochi Ozu in cui si vede un atto di violenza. Nella Tokyo dell’occupazione americana Tokiko (la grande attrice Tanaka Kinuyo), moglie di un soldato disperso, accetta di prostituirsi per pagare le cure del suo bambino. Quando il marito torna dalla guerra, comincia a sospettare l’accaduto.
TARDA PRIMAVERA
Il professor Somiya, vedovo, vive con la figlia Noriko. La zia della ragazza insiste col fratello che è ora di trovarle marito; però Noriko (anche perché un giovane che in realtà le piace è già fidanzato con un’altra ragazza) dice che vuole rimanere accanto al padre, un intellettuale svagato che si troverebbe perso senza una donna in casa. Quando la zia le prospetta l’idea che anche il padre si risposi con una sua conoscente, Noriko ne è sconvolta, e ne deriva un periodo di tensioni con il padre…
INIZIO D’ESTATE
Nel nuovo Giappone, l’istituto del matrimonio combinato dalla famiglia va in crisi; spesso la donna decide di sposarsi di sua scelta, anche a costo di rovinare i progetti della famiglia, come accade in Inizio d’estate (1951) – e come accadrà in Fiori d’equinozio e L’autunno della famiglia Kohayakawa. Hara Setsuko, l’attrice-feticcio di Ozu, è grande come sempre in un film ricco e variato, non privo di ironia (delizioso il dialogo su Audrey Hepburn!), ma anche, non privo di ambiguità.
IL SAPORE DEL RISO AL TÈ VERDE
Basato su una sceneggiatura del 1939 bloccata dalla censura, e ora largamente riscritta, Il sapore del riso al tè verde (1952) tocca un tema tipico di Ozu come la questione del matrimonio combinato, raccontando con sottile humour la crisi coniugale fra una moglie snob, di buona famiglia, e un marito (Saburi Shin) più semplice e saggio (il riso al tè verde, che piace al marito, è un piatto frugale). La prospettiva di una separazione per un trasferimento all’estero per lavoro innesta la riconciliazione.
VIAGGIO A TOKYO
Due anziani coniugi di provincia vanno per la prima volta a Tokyo, a visitare il figlio e la figlia, ambedue sposati. Ma a Tokyo i figli sono occupati nel lavoro e non hanno tempo (né troppa voglia) di star dietro ai genitori; neppure i nipotini apprezzano la loro presenza. Solo la vedova di un altro figlio disperso in guerra, pur essendo povera, li tratta con grande gentilezza e fa loro visitare la città. Le delusioni che emergono in questo viaggio sono sopportate con rassegnazione dalla vecchia coppia.
INIZIO DI PRIMAVERA
Sempre nel suo modo controllato, Ozu è realistico nel descrivere il rapporto fra i due amanti clandestini di Inizio di primavera (1956), storia dell’adulterio di un impiegato con una collega e della reazione della moglie. Sullo sfondo sta la vita disillusa del salaryman giapponese fra l’ufficio e gli obbligatori contatti sociali. Un film affascinante, pienamente “ozuiano” e tuttavia con un elemento di originalità nel modo in cui Ozu si avvicina al mondo giovanile dell’epoca e del cinema che ne tratta.
CREPUSCOLO DI TOKYO
È la storia tragica di due sorelle, figlie di un uomo di mezza età (Ryu Chishu) che è stato abbandonato anni prima dalla moglie. La maggiore, sposata con un bevitore manesco, lo ha lasciato; la più giovane è incinta di un giovanotto che rifugge dalle sue responsabilità. La figlia minore incontra una donna che potrebbe essere, ed è, sua madre. Crepuscolo di Tokyo (1957), che intende descrivere il dramma morale della gioventù giapponese, è il più cupo dei film realizzati da Ozu dopo la guerra.
FIORI D’EQUINOZIO
A parole il severo signor Hirayama è d’accordo con i giovani del dopoguerra, che non accettano più i matrimoni combinati. Quando però sua figlia sceglie da sola con chi sposarsi, Hirayama, offeso, pone il veto. Però si crea un’alleanza femminile – fra la figlia, la sua amica Yukiko e la moglie apparentemente sottomessa di Hirayama – per favorire il fidanzamento e per superare questa rottura in famiglia, manovrando abilmente il padre conservatore in modo che si rappacifichi con i due giovani sposi.
BUON GIORNO
Commedia corale sulla vita in un quartiere di periferia, attenta soprattutto al punto di vista dei bambini, il cui nuovo divertimento è di imparare a scorreggiare a comando quando gli si preme la fronte. I bambini sono affascinati da quella nuova diavoleria che è la televisione; due fratellini si infuriano col padre che non vuole comprare un televisore. Così dopo lo sciopero della fame passano allo sciopero del silenzio, criticando l’abitudine dei grandi di parlare senza dire nulla di concreto (tipo “Buongiorno”).
TARDO AUTUNNO
Tre amici di lunga data (tre grandi pettegoli che adorano prendersi in giro l’un l’altro) decidono di procurare un marito per la figlia di Akiko, vedova di un loro vecchio amico. In realtà sono ancora innamorati della vedova: in gioventù la corteggiavano tutti e quattro. Siccome la ragazza non vuole lasciare sola la madre, i tre concludono che prima è necessario che si risposi Akiko, e decidono di candidare l’unico fra loro che è libero. Ma quando la figlia di Akiko scopre il piano si arrabbia terribilmente…
IL GUSTO DEL SAKÈ
Due storie principali si intrecciano nel film. Il signor Hirayama, vedovo, vorrebbe che sua figlia si sposi; dice che non ci pensa, anche perché il padre e il fratello minore non saprebbero cavarsela senza di lei. Intanto Hirayama e i suoi amici organizzano una festa per il loro ex insegnante, il Tasso, ora in pensione. Quest’ultimo è diventato un ubriacone e gestisce un piccolo ristorante; il triste esempio di sua figlia, rimasta zitella per sostenere il padre, conferma Hirayama nelle sue idee.